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Vittoria alata e Nike senza ali

un workshop e una performance di 

ΜΑRY ZYGOURI  

con gli ospiti della cooperativa La Rondine di Brescia

A cura di Elettra Stamboulis

Nike è una figura femminile che spesso tiene in mano corone, lacci e palme per incoronare i vincitori: Nike sostiene, dal punto di vista ideologico, l’idea di vita intesa come sfida, prova o anche gara. Le forme nelle quali la tradizione ce l’ha consegnata ce la mostrano come elemento ineludibile del percorso vitale. Pausania ci racconta che sull’Acropoli era presente una Nike senza ali. Il significato di questa strana raffigurazione era che in questo modo la statua, e quindi il significato che essa intrisecamente individuava, non se ne sarebbe mai andata dalla città di Atene. Invece la dea Vittoria (Victoria in latino – assimilata a Bellona) anch’essa classicamente alata, era profondamente legata al concetto di vincita in guerra, rappresentava al contempo la possibile felicità per i vivi e i morti, ed era così venerata che durante il corteo delle statute al Circo Massimo, apriva la processione, seguita dagli altri dei. Era spesso presente come dono riparatore nell’arte funeraria e la sua allegoria richiamava la possibilità dell’immortalità nella virtù. L’iconografia non scompare con l’arte paleocristiana, anzi si tramuta proprio a partire dalla versione romana, nell’angelo che tiene la croce e spesso tiene il globo. 

A partire dalla presenza della Vittoria alata conservata e recentemente riconsegnata alla visione del pubblico nei Musei di Santa Giulia, l’artista greca Mary Zygouri ha progettato un workshop con gli ospiti della cooperativa La Rondine per adulti con bisogni speciali che mira a ricreare significati, a partire da questi archetipi iconografici, a partire dalla presenza di questa dea nel museo, che sembra con il suo gesto accogliere lo sguardo degli spettatori, facendo interagire i corpi e gli sguardi dei partecipanti. La vittoria alata, la nike senza ali, gli angeli come segni di una possibile vittoria in un tempo che deve ancora venire, e noi con i nostri corpi, in attesa di nuove ali per sperimentare quella che può essere una possibile vittoria. 

 

Zygouri, dopo una settimana di preparazione fisica ed emotiva con il gruppo di 12 partecipanti, individuati dalla cooperativa, presenterà insieme a loro l’esito del processo, ma anche la sua suggestiva visione interpretativa della dea, nel chiostro settentrionale del Museo alle ore… 

Lo spazio del chiostro rinascimentale costituisce una cornice di senso per la performance progettata per il 1 luglio: dedicato alla regola femminile, luogo recluso delle donne in cerca di una personale vittoria sul tempo profano, richiama indirettamente le dee antiche dedicate alla nike. 

 

Elementi costituti del laboratorio sono l’idea astratta della vittoria nella vita: qual è il significato che ciascuno/a di noi attribuisce a questo concetto così ripetuto, ma che oggi non è concretizzato in una statua divina? 

 

A partire dalle varie forme con cui la Nike senza ali nell’antichità greca e quella alata romana si sono incrociate, si cercherà insieme ai partecipanti di fare una cartografia delle “vittorie alate” ovvero “angeli” presenti nel Museo. Entrambe queste figure sono una promessa di buona novella, della realizzazione di un sogno. Le ali sono da una parte un carico pesante, dall’altra sono anche un simbolo di ricompensa. 

 

Durante il laboratorio, mediante l’utilizzo di tecniche di gioco e improvvisazione, con l’ausilio di materiale già predisposto dall’artista, i partecipanti saranno condotti prima all’esplorazione del proprio corpo e della percezione della possibilità del volo e della realizzazione del sogno. Lavorare con gruppi che costituiscono nella percezione comune soggetti fragili o con possibilità limitata di sognare e vincere, ha stimolato nell’artista questa possibilità di azione artistica che coniuga l’intervento sociale dell’arte, con la risignificazione del patrimonio. 

Quest’ultimo aspetto è peculiare della pratica artistica di Zygouri, i cui ultimi lavori ad esempio all’oracolo di Anfiarao a Oropos, fuori Atene dal titolo Lysis/Soluzione, hanno fatto interagire un sito archeologico profondamente suggestivo, con elementi dell’inconscio collettivo legati ai sogni durante il covid (l’oracolo era proprio un luogo di lettura del futuro legato ai sogni). Lo stesso schema era utilizzato anche nella reinterpretazione della Venere degli stracci di Pistoletto, presentata a Documenta 14 a Eleusi: ovvero il rapporto tra ciò che resta del paradigma antico, quello che elaboriamo a livello razionale e quello che l’immagine suscita nella profondità del nostro Es, è un modello creativo connaturato alla produzione dell’artista ateniese. 

 

Biografia dell’artista

Mary Zygouri (Atene, 1973) ha conseguito una laurea in Arti Visive presso l’Accademia di Belle Arti di Atene e un Master presso il Chelsea College of Art and Design di Londra. Vive e lavora tra Atene e l’Italia. 

Nel 2017 è stata invitata a Documenta 14, esponendo ad Atene e a Kassel al Palais Bellevue. Tra le sue mostre personali figurano “The Repetition of the Impossible” presso Prometeogallery di Ida Pisani, Milano (2018) e “ZOOpoetics-ZOOpolitics” presso Studio Stefania Miscetti, Roma (2011). Ha performato ed esposto in numerose collettive presso musei e istituzioni internazionali, tra cui Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma; Mu.ZEE, Ostenda; EMST, Atene; MOMUS, Salonicco; Città dell’arte–Fondazione Pistoletto, Biella; Dutch Art Institute, Arnhem; IILA – Istituto Italo-Latino Americano, Roma; IKSV – Istanbul Foundation for Culture, Istanbul. Nel 2012 è stata premiata dalla ΑICA Hellas. Nel 2014 ha collaborato con Michelangelo Pistoletto alla performance “Venus of the Rags /INTRANSIT/ELEUSIS” all’Aischyleian Festival, Eleusis. Ha realizzato “ENYPNIO” (2019) al sito archeologico di Paestum con il supporto della Fondazione Gatto (Salerno) e “LYSIS” (2022) al sito archeologico di Amfiareio Oropos in Grecia, con il supporto della Fondazione NEON. Il suo lavoro è stato descritto e recensito in numerose riviste d’arte e accademiche.


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