Pubblicato nel catalogo Arrivi e Partenze_Mediterrano, GIUDA edizioni (2012)
Mrdja è un’artista bosniaca che ha già all’attivo mostre e progetti artistici in molte parti del mondo, da Berlino a New York a Milano.
Utilizza prevalentemente la fotografia per documentare un lavoro artistico che è realizzato attraverso lo stretto contatto con il pubblico e la relazione con il proprio corpo. Il tema del confine e del limite identitario costituisce uno dei nutrimenti più proficui del suo lavoro.
Il corpo è il confine e il confine diviene corpo: è questo il quesito che pone The Border, in cui la ferita presente sulla mano dell’artista viene messa a confronto con i confini della Bosnia nel 2010. Confini labili anch’essi, quanto quelli di una ferita che piano piano cambia forma, si assottiglia e segue il passaggio del tempo. La sua è una forma di “contro-cartografia”, per dirla con Claudia Zanfi, che individua il corpo come unico confine, o forse che vede nell’ambiguità del limite corporale riflessa l’ambiguità del confine fisico: un confine continuamente ridiscusso, messo in gioco, ridisegnato, con barriere vere o invisibili, da mani che non tengono conto delle cicatrici. La geografia umana diventa mappa vera e propria riflessa su un corpo, il proprio. Lo stato d’eccezione, nella definizione che ne dà Agamben, diviene il soggetto rappresentato da questo lavoro, che dalla sintesi e dalla contemporanea possibilità di assurgere a forma simbolica perfetta della condizione bosniaca trae la sua maggiore forza.
In Artists at Work, progetto nato nel contesto del progetto INTRADA/ modes of speech curato dalla tedesca Role, il confronto tra l’artista bosniaca e i tedeschi con cui ha collaborato, ha portato alla realizzazione della light box esposta ad Ancona: una fotografia in cui le figure umane sono state tagliate. La luce quindi traspare dalle loro silhouette, indicando come nella visione dell’artista l’esclusione degli elementi identitari, in questo caso artisti provenienti da diversi paesi, possa essere un punto di partenza positivo. Quello che rimane e che definisce l’azione creativa dei singoli è il paesaggio, che accomuna i corpi senza interessarsi
al loro background.
L’artista nasce e agisce nello spazio sociologico e culturale, esso riflette
una luce, in cui l’artista agisce e diventa in qualche modo ombra.
Born in 1982 year , in Bosnia & Herzegovina.
Lives in Banja Luka.
Solo exhibitions (last 3 years)
2012 Changeable body, Sarita Vujkovic, Museum of Contemporary Art, Banja Luka
2010 Intrada/Modes of speech, Karin Rolle, Galery Terzic, Banja Luka
Group exhibitions (last 3 years)
2011 CYBERFEST, Kuryokhin Modern Art Center, St. Petersburg
URBAN MAPS, Festival savremene umjetnosti, Prag
OPEN CITY, aMAZElab Art&Culture, Sarajevo
The border/performance, Ms Dockville festival, Hamburg
OPEN CITY, aMAZElab Art&Culture, Tirana
Cut-out moments, Marin Gallery, Umag
Clothes as a symbol of identity, City Gallery, Bihac
OPEN CITY, aMAZElab Art&Culture, Skopje
Algebra/ Life path number, ITS-Z1 Gallery, Belgrade
Not So Distant Memory, The Big Screen Project, New York
2010 #5 Neunundneunzig, Freunde Imnamendesraumes, Berlin
OPEN CITY, aMAZElab Art&Culture, Milan
Women’s Writing, Remont Gallery, Belgrade
BiH Video art, Photon Gallery, Ljubljana
2009 EMYAN 2 / Artifice, International Online Arts Festival
NamaTRE.ba 3 project, B&H Video art, Visual TV Container, Milan
NamaTRE.ba 3 project, B&H Video art, Academy of Fine Arts - Trebinje
ZVONO exhibition/award for the best young artist in B&H, Museum of contemporary art, Banja Luka